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La neve sul ponte degli spiriti
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By Freddy MacKay
Release Date: October 17, 2015
Word Count: 45,120
Translator: Claudia Milani
Editor: Erika Orrick
Cover Artist: Catherine Dair
Da solo in Giappone, Finni lotta costantemente contro la sfiducia, l’isolamento e la xenofobia che incontra ogni giorno sul suo cammino. Sente la mancanza della sua casa e della sua famiglia. Il nervosismo gli procura il riacutizzarsi di tremendi incubi e, soprattutto, nel paese del Sol Levante il Natale non sembra neppure Natale. Non per come lo intende lui, almeno.
Dispiaciuto per la tristezza che vede aleggiare intorno al ragazzo, il suo coinquilino Mamoru si offre di fare le veci della sua famiglia durante la cena della Vigilia, senza però rendersi conto di quanto quell’accordo cambierà completamente il loro rapporto, perché ciascuno nasconde a suo modo segreti all’apparenza inimmaginabili.
Release Date: October 17, 2015
Word Count: 45,120
Translator: Claudia Milani
Editor: Erika Orrick
Cover Artist: Catherine Dair
Da solo in Giappone, Finni lotta costantemente contro la sfiducia, l’isolamento e la xenofobia che incontra ogni giorno sul suo cammino. Sente la mancanza della sua casa e della sua famiglia. Il nervosismo gli procura il riacutizzarsi di tremendi incubi e, soprattutto, nel paese del Sol Levante il Natale non sembra neppure Natale. Non per come lo intende lui, almeno.
Dispiaciuto per la tristezza che vede aleggiare intorno al ragazzo, il suo coinquilino Mamoru si offre di fare le veci della sua famiglia durante la cena della Vigilia, senza però rendersi conto di quanto quell’accordo cambierà completamente il loro rapporto, perché ciascuno nasconde a suo modo segreti all’apparenza inimmaginabili.
Review by PizzyGirl - 5/5 Stars
If I could give this story more than 5 stars, I would. It was fantastic and broke my heart in the happiest way possible. I loved it and put this on the top of my favorites of 2014 list. Ms. MacKay blended legends of two cultures to create the Christmas romance of a lifetime. While the story was darker than most and started out rather somber, the ending was so wonderful I cried big fat ugly tears. Ms. MacKay, I bow down to your talent. |
Excerpt - Capitolo uno
Avrebbe dovuto esserci la neve. Moltissima neve. La temperatura avrebbe dovuto essere sotto lo zero e il cielo coperto di nubi. Quel sole e quel tepore erano decisamente fuori posto. Le persone avrebbero dovuto stringersi le une alle altre e affrettarsi a rientrare al coperto il prima possibile. Solo allora uno avrebbe potuto credere che fosse Natale.
Finni sospirò e si guardò intorno lungo il marciapiede della stazione.
Se fosse stato a casa sua a Chicago, le strade sarebbero state coperte di neve e il sale avrebbe scricchiolato sotto i piedi. Vetrine piene di manichini si sarebbero succedute lungo il Magnificent Mile, rappresentando scene invernali. L'albero a casa dei suoi sarebbe già stato adornato con luci brillanti e con le decorazioni che lui e i suoi fratelli avevano creato nel corso degli anni. Uno o due regali avrebbero già trovato posto sotto i suoi rami come incentivo per i cugini più giovani. Qualcosa di caldo da bere lo avrebbe aspettato non appena avesse varcato la soglia di casa e si fosse scrollato la neve di dosso. La sua famiglia lo avrebbe accolto con un sorriso e lo avrebbe chiamato per nome.
Se fosse stato a casa a Chicago.
Tokyo però non era casa.
Una città enorme e indaffarata, ma non casa.
Con i suoi abitanti che si affrettavano da un negozio all'altro, salivano e scendevano dai treni e correvano di qua e di là indossando giubbotti e maglioncini, Tokyo era tutto il contrario di casa. Sì, le pasticcerie e i grandi magazzini avevano montato delle decorazioni, ma non era la stessa cosa. Gli alberi di plastica davano più l'impressione di voler prendere vita e cominciare a inseguirti piuttosto che diffondere un rilassante odore di pino. Non trasmettevano la stessa sensazione di semplicità domestica a cui Finni era solito associarli. Ogni cosa era orientata verso le coppie.
Ma da quando il Natale riguardava esclusivamente le coppie?
Finni sentì una fitta di solitudine torcergli le viscere. Tutto ciò che voleva erano i suoi genitori, i suoi fratelli e le sue sorelle, i cugini, le zie, gli zii e un po' di neve. Aveva bisogno di sapere che tutti erano felici e stavano bene. Era forse chiedere troppo?
Finni sospirò e si guardò intorno lungo il marciapiede della stazione.
Se fosse stato a casa sua a Chicago, le strade sarebbero state coperte di neve e il sale avrebbe scricchiolato sotto i piedi. Vetrine piene di manichini si sarebbero succedute lungo il Magnificent Mile, rappresentando scene invernali. L'albero a casa dei suoi sarebbe già stato adornato con luci brillanti e con le decorazioni che lui e i suoi fratelli avevano creato nel corso degli anni. Uno o due regali avrebbero già trovato posto sotto i suoi rami come incentivo per i cugini più giovani. Qualcosa di caldo da bere lo avrebbe aspettato non appena avesse varcato la soglia di casa e si fosse scrollato la neve di dosso. La sua famiglia lo avrebbe accolto con un sorriso e lo avrebbe chiamato per nome.
Se fosse stato a casa a Chicago.
Tokyo però non era casa.
Una città enorme e indaffarata, ma non casa.
Con i suoi abitanti che si affrettavano da un negozio all'altro, salivano e scendevano dai treni e correvano di qua e di là indossando giubbotti e maglioncini, Tokyo era tutto il contrario di casa. Sì, le pasticcerie e i grandi magazzini avevano montato delle decorazioni, ma non era la stessa cosa. Gli alberi di plastica davano più l'impressione di voler prendere vita e cominciare a inseguirti piuttosto che diffondere un rilassante odore di pino. Non trasmettevano la stessa sensazione di semplicità domestica a cui Finni era solito associarli. Ogni cosa era orientata verso le coppie.
Ma da quando il Natale riguardava esclusivamente le coppie?
Finni sentì una fitta di solitudine torcergli le viscere. Tutto ciò che voleva erano i suoi genitori, i suoi fratelli e le sue sorelle, i cugini, le zie, gli zii e un po' di neve. Aveva bisogno di sapere che tutti erano felici e stavano bene. Era forse chiedere troppo?